Industria TLC: La banda larga e i benefici al PIL e all’ambiente
Investire in banda larga non è solo un servizio per i cittadini: è un tipo di investimento che, mentre riduce le emissioni di CO2, produce anche ricchezza in termini di PIL. L’Italia è però purtroppo ancora molto indietro: perché? Come spesso accade nel nostro paese, è la burocrazia a rallentare lo sviluppo.
Perché la banda larga aumenta la ricchezza?
In termini semplici la banda larga aumenta la ricchezza perché aumenta la produttività. Per ogni miliardo investito in banda larga fissa e mobile, il valore della produzione cresce di più di due miliardi di euro.
Utilizzando la banda larga e le risorse che sarebbero disponibili sfruttando al meglio questa tecnologia, si stimano ingenti riduzione delle emissioni di CO2.
I vantaggi sembrano enormi, ma allora perché l’Italia rimane così indietro?
Una normativa non adatta
Come spesso accade, la responsabilità del ritardo italiano è da attribuire alla burocrazia. In particolare, la normativa vigente in Italia è molto restrittiva per quanto riguarda i termini di esposizione ai campi elettromagnetici.
Ciò che occorre non è un completo stravolgimento: basterebbe uniformare i parametri a quelli degli altri paesi europei. Sembra addirittura che le adozioni di limiti elettromagnetici molto più severi rispetto al resto d’Europa sia direttamente collegata alla mancata crescita del PIL pro capite.
Digitalizzazione del paese
SI parla da anni in Italia della “trasformazione digitale” del nostro paese, e durante la pandemia ne abbiamo sentito l’urgenze: le nostre infrastrutture digitali non sembravano all’altezza delle improvvise esigenze di scuole, pubbliche amministrazioni, e uso professionale privato.
E’ la normativa, tuttavia, a giocare un ruolo fondamentale nella trasformazione digitale dell’Italia. Aggiornare l’assetto normativo è il primo passo per cambiare le cose in Italia e portare le nostre infrastrutture al pari di quelle del resto d’Europa e del mondo.